11 lug 2015

Modello e rappresentazione nella tematica delle statue animate nella mitologia greca

Una delle più antiche prove che mostra come i sogni manifestino la loro realtà oggettiva, ci viene offerta dall’ Olimpica XIII. Pindaro narra come la dea Atena apparsa in sogno a Bellerofonte, gli dona un morso fatto da anelli d’oro con il quale avrebbe domato Pegaso permettendogli di sconfiggere le Amazzoni, uccidere la Chimera e sbaragliare i Solimi. La statua della dea Atena non è nominata ma la figura del dio che appare in sogno è immaginata simile alla statua di culto abitualmente venerata con-fondendosi così l’una con l’altra e ritenendo possibile che la stessa statua potesse elargire anche responsi. Artemidoro afferma che non vi è alcuna differenza nel sognare una divinità e la sua immagine di culto, dato che ciò che viene messo in rilievo è la forma dell’apparizione. In molti casi la statua acquista movimento e parola durante il sogno ma, insiste Artemidoro, questo avviene a condizione che la divinità si presenti al dormiente nella sua forma abituale e con i tratti specifici che le appartengono, meglio ancora se si presenta gioiosa, rivelando al dormiente cose buone. Se ciò non accade, il messaggio del sogno potrebbe essere ingannevole o mutare di significato. La tematica delle statue animate svolse un ruolo importante nella Grecia classica e antica, anche se in un primo tempo queste pratiche religiose non vennero accolte favorevolmente. La spiegazione è data dal fatto che il sogno si svolge in uno spazio e in un tempo indeterminati dove l’ordine divino è sospeso. Nel sogno si stabiliscono legami con le potenze primordiali garanti di una sapienza che è anche conoscenza delle cose future, dalla quale le stesse divinità olimpiche, in primis Apollo, dipendono dai loro oracoli. Possibilmente questo tipo di azione rendeva, nella Grecia arcaica e classica, impraticabile questo tipo di divinazione. Essa, creando rapporti diretti con il tempo delle <<origini>>, e quindi tralasciando l’ordine stabilito dagli dei, veniva in contatto diretto con le fonti prime della conoscenza. Solo in età tarda, al rafforzarsi delle credenze in forze sovrannaturali e in relazione col neoplatonismo, si sviluppò la credenza nelle statue animate (con o senza rituali e riconducibile alla magia simpatica).

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